CARMINE PUNZI, Le nuove frontiere dell’Arbitrato, in Riv.dir.proc., 2015, 1 e ss.
L’Autore illustre processualista e notissimo esperto di arbitrato, esamina il lungo cammino del rapporto tra giurisdizione ed arbitrato; l’arbitrato, storicamente fuori dalla giurisdizione intesa come esercizio di sovranità, è divenuto oggi fonte di produzione del diritto e della giustizia. Interessante l’analisi della crisi della sovranità statale in relazione a tutti quei fenomeni, incluso l’arbitrato, di distacco della sovranità dalle fonti di legittimazione dei giudici che svolgono la propria funzione al di fuori dell’organizzazione statale e della giurisdizione.Muovendo anche dall’esperienza degli Stati uniti in cui si assiste ad un fenomeno di <<fuga dai Tribunali>> “dove arbitri e mediatori sono diventati i nuovi grandi protagonisti della giustizia americana, conclude l’A. che in un panorama sempre più connotato da un <<diritto senza Stato>>”, l’A. prende atto che la figura dell’arbitro oggi assume una posizione di centralità nella produzione della giustizia. Segue la ricostruzione del percorso della Corte Costituzionale che, passando dalla ben nota sent.n.376/2001, giunge alla più recente Corte Cost.n. n.223/2013, in tema di conservazione degli effetti sostanziali e processuali prodotti dalla domanda proposta davanti al Giudice od all’arbitro incompetente. Non manca l’analisi anche delle sentenze della Suprema Corte in tema di arbitrato culminate con la recente n.24153/2013 che riconosce la compatibilità anche ai sensi dell’art.24 e 102 Cost. della giustizia statale con l’arbitrato, nei limiti in cui questo non sia obbligatorio. (A.S.)CARMINE PUNZI, Le nuove frontiere dell’Arbitrato, in Riv.dir.proc., 2015, 1 e ss.
L’Autore illustre processualista e notissimo esperto di arbitrato, esamina il lungo cammino del rapporto tra giurisdizione ed arbitrato; l’arbitrato, storicamente fuori dalla giurisdizione intesa come esercizio di sovranità, è divenuto oggi fonte di produzione del diritto e della giustizia. Interessante l’analisi della crisi della sovranità statale in relazione a tutti quei fenomeni, incluso l’arbitrato, di distacco della sovranità dalle fonti di legittimazione dei giudici che svolgono la propria funzione al di fuori dell’organizzazione statale e della giurisdizione.Muovendo anche dall’esperienza degli Stati uniti in cui si assiste ad un fenomeno di <<fuga dai Tribunali>> “dove arbitri e mediatori sono diventati i nuovi grandi protagonisti della giustizia americana, conclude l’A. che in un panorama sempre più connotato da un <<diritto senza Stato>>”, l’A. prende atto che la figura dell’arbitro oggi assume una posizione di centralità nella produzione della giustizia. Segue la ricostruzione del percorso della Corte Costituzionale che, passando dalla ben nota sent.n.376/2001, giunge alla più recente Corte Cost.n. n.223/2013, in tema di conservazione degli effetti sostanziali e processuali prodotti dalla domanda proposta davanti al Giudice od all’arbitro incompetente. Non manca l’analisi anche delle sentenze della Suprema Corte in tema di arbitrato culminate con la recente n.24153/2013 che riconosce la compatibilità anche ai sensi dell’art.24 e 102 Cost. della giustizia statale con l’arbitrato, nei limiti in cui questo non sia obbligatorio. (A.S.)